

In ricordo di Vladimiro Zagrebelsky
Il Movimento per la Giustizia - art.3 E.T.S. ricorda con affetto e gratitudine, Vladimiro Zagrebelsky, che ha onorato il gruppo con la sua appartenenza fin dalla nascita.
Abbiamo perduto un magistrato e un intellettuale, intesi nel senso più alto.
Ci mancheranno la sua cultura profonda, la sua lucidità di pensiero, la sua coerenza ed indipendenza nell’agire.
Grazie Vladimiro.
Il Consiglio direttivo del Movimento per la Giustizia art. 3 ETS

È stato davvero uno dei più grandi ed è rimasto un faro per tutti noi fino agli ultimi giorni.
Gennaro Mastroberardino
Sono profondamente addolorato. Ho condiviso con Vladimiro quattro anni al CSM dal ‘94 al ‘98 cementando un rapporto di amicizia e stima che non è mai venuto meno. È stato per noi tutti un punto di riferimento sotto ogni profilo, la sua perdita crea un vuoto incolmabile.
Sergio Lari
Una perdita irreparabile... il più grande di tutti, il mio maestro!
Armando Spataro
Una notizia che dà profonda tristezza; e subito una altrettanto profonda riconoscenza per le mille volte in cui i Suoi contributi mi hanno proprio aiutata, come cittadina e come insegnante, a leggere la realtà.
Alessandra Catalani
A maggio siamo stati insieme a Torino. Stava bene ed era come sempre lucidissimo. Una grande tristezza. È morto in quella splendida casa walser dove non si poteva neppure arrivare con la macchina. Ci mancherà tantissimo. Una figura nobile.
Alessandra Camassa
Un grande Maestro. Nel 2003 lo invitammo a Brindisi per un convegno sulla CEDU e si sobbarcò un lungo viaggio da Strasburgo pur di esserci. Lo ricorderò sempre come un esempio per tutti noi.
Valentino Lenoci
Vladimiro Zagrebelsky è stato il collega che più mi ha guidato, per acume, coerenza e senso dello Stato, in oltre quarant’anni di magistratura. Irraggiungibile. Una ricchezza averlo conosciuto ed essergli stato amico. Come lui per me solo Giovanni Falcone. Non ci sono più ma il loro esempio resta.
Giuseppe Fici
Ricordo la telefonata di Vladimiro che mi arrivò in una serata del 1993 per parlarmi del Movimento. Mi aprì la finestra su un mondo che da vicino risultò per me entusiasmante, che seppe darmi risposte associative e professionali che andavo cercando da due o tre anni vagando per iniziative estemporanee. Non cito i nomi della famiglia che componeva quel mondo, sono tutti ancora qui, a parte pochissimi. Sono giganti, per me. E ora che sono appena uscito da casa di Vladimiro, qui a Gressoney, voglio abbracciarli tutti, immaginando il senso di vuoto che li accomuna.
Marcello Basilico
Con Vladimiro Zagrebelsky perdiamo uno dei più illustri giuristi che l’Italia abbia mai avuto ma soprattutto un Giudice con la G maiuscola che ci ha insegnato nella maniera migliore l’importanza di indossare la Toga… Ci mancherà immensamente.
Mario Conte
Vladimiro è stato un faro è una guida incomparabile per tanti di noi fin dagli anni “eroici” della nascita dei “Verdi”, le cui prime riunioni si tenevano proprio nella sua abitazione, in via dei Cerchi a Roma. Era lui che, dopo lunghe e disordinate discussioni, tirava le conclusioni con assoluta calma e lucidità, tirando fuori il meglio da ciascun intervento. E le sua analisi lucide non sono mai venute meno da allora in poi!
Si dice sempre così, ma la sua è davvero una perdita incolmabile!
Leonardo Agueci
Nessuno può mai dimenticare come Vladimiro scrisse uno degli articoli più chiari e utili sulla continuazione (art. 81 cpv. c.p.) e come sia stato il precursore assoluto dei cd “criteri di priorità” da lui stesso teorizzati e adottati da Procuratore della allora Procura della Repubblica presso la Pretura di Genova.
Dopo l’omicidio di Giacomo Ciaccio Montalto nel 1983 venne a Trapani il CSM con Vladimiro che presiedeva la prima commissione. Tra il totale disorientamento di noi magistrati del luogo seppe spendere parole di grande umanità ed equilibrio. Di questo e di altro abbiamo amabilmente parlato a maggio scorso quando ci siamo rivisti a Torino.
Una figura nobile in tutti i sensi possibili.
Dino Petralia
Rammento che, nel lontano 1994, Vladimiro, Nello Rossi, Gioacchino Izzo ed io avemmo l'incarico dall’Anm di predisporre la bozza del primo codice etico dei magistrati, poi approvata senza sostanziali modifiche dall'assemblea dell'Anm. Ho un ricordo molto bello di quelle riunioni, tese a delineare in totale sintonia un modello ideale di magistrato.
Gabriella Luccioli
Un riferimento per tutti i giusti. Un intellettuale mite e con un compendio giuridico e culturale unico. Rigore, nettezza dei concetti, originalità. Perdita enorme.
Anna Rita Mantini
In queste ore di dolore e di sgomento, rimpiango di non aver avuto occasioni frequenti, come altri amici del Movimento, di arricchimento spirituale e professionale attraverso il dialogo con Vladimiro, con il suo pensiero limpido e profondo, che ha illuminato tutti i temi della giustizia. Ho cercato di "compensare" questa mancanza con lo studio di molti dei suoi innumerevoli scritti, ma ora rimpiango la insufficiente frequentazione dell'uomo nobile e verticale, modello di generazioni di magistrati e di studiosi, prima ancora che dell'immenso giurista, che lascia un patrimonio di insegnamenti di inestimabile valore. Stamane, alla notizia della Sua morte, ho scritto che perdiamo un gigante del pensiero giuridico e lo perdiamo nel momento peggiore per lo stato di diritto e la democrazia nel nostro Paese, assediata com'è da strategie riformatrici palesemente autoritarie e antieuropeiste. Ben pochi come Vladimiro hanno saputo incarnare, insegnare e difendere, con lucida visione, quei valori e quei principi che sentiamo ora minacciati. Da oggi siamo tutti più soli nella battaglia per difenderli. Addio Vladimiro, sublime Maestro, grazie di tutto!
Franco Roberti
È una notizia che mi addolora profondamente. Ho condiviso a lungo con Vladimiro i valori fondanti del Movimento e quattro anni di CSM. Mi stringo ai suoi familiari.
Mario Fresa
Vladimiro, unitamente a Mario, Vito, Pietro Calogero, Nino e pochissimi altri amici, ha costituito e continuerà a essere con gli altri il nucleo fondante e la ragione nobile del nostro progetto di magistratura e del nostro «stare insieme». Il dolore, come è stato per Mario, è incommensurabile. Un abbraccio forte e affettuoso ai suoi cari tutti.
Gioacchino Natoli
Un grande dolore. Un maestro ed un amico che mi ha accompagnato fin da quando ho iniziato la mia vita di magistrato, senza interruzione; anche in questi tempi ci sentivamo spesso; un uomo di grandissima intelligenza, rigoroso, mai rigido, sempre indipendente e lucido nei giudizi, non ha mai avuto paura di essere fuori dal coro; manteniamo viva la sua memoria con tutte le cose che ha detto e scritto.
Marcello Marinari
Un grande dolore, è una perdita enorme per la Magistratura italiana, un giurista raffinato, lucido e rigoroso, con un'apertura straordinaria all'esigenza di una progressiva integrazione tra la giurisdizione interna e le correnti profonde di quella europea, un Maestro e punto di riferimento insostituibile per tutti noi.
Gaetano De Amicis
Nobile nella più ampia accezione del termine, Vladimiro ha “nobilitato” la toga, il CSM e la CEDU, perseverando successivamente in un’attività scientifica e divulgativa di cui oggi c’è più che mai bisogno. La sua proverbiale flemma, il rigore e la profondità di pensiero ne hanno sempre caratterizzato la figura carismatica, costituendo un riferimento e un esempio per i giovani colleghi che hanno avuto la fortuna di incontrarlo...
Un vero gigante etico e giuridico.
Lo conobbi all’esordio in magistratura e tanto ha segnato le mie scelte successive, tra cui l’adesione (il più giovane tra i “costituenti”) al Movimento per la giustizia...
Ernesto Aghina
Ricordo di Vladimiro, che mi fece dono della sua amicizia, la lucidità del suo pensiero giuridico, sempre improntato al più profondo rispetto dei diritti fondamentali della persona. In un percorso professionale di grande valore, l'unico rammarico è il silenzioso ostracismo al suo accesso alla Consulta che gli avrebbe permesso di offrire ulteriori mirabili contributi alla cultura dei giuristi.
Ercole Aprile
Quando gli ho parlato per la prima volta a Senigallia, in un bar, mi sembrava incredibile che stesse lì ad ascoltarmi e ad interloquire con passione ed interesse; non so come, ma mi sembrava che capisse quello che intendevo esprimere molto prima che io finissi di parlare e cercava sempre di andare oltre così che le mie idee si chiarivano e tutto diventava più preciso e per così dire semplice. Aveva appena fatto un intervento in sala sulle sue prime esperienze consiliari (il CSM dell’82 con Tamburino) e ci aveva tutti conquistati (il grande sputtanamento dei consiglieri sui “miei” e i “nostri” candidati da preferire sempre) e ora era lì a discutere con un “ex uditore” quale ero io con serietà e sincero interesse. Così è sempre stato nel resto della nostra vita,nei nostri successivi, puntuali e per me decisivi, anche se non particolarmente frequenti, incontri, Lui a prendere nota di tutti i miei dubbi e insofferenze, e poi subito a chiarire e spiegare senza presupponenza ma con la lucidità di un essere superiore; ricordo nel ‘91 quando la sua circolare sui criteri di priorità fu oggetto di virulenti attacchi; in una pratica d cui io ero relatore al CSM, e lui procuratore della pretura di Torino, era venuto a Roma per sentire il dibattito e quindi rimanere profondamente deluso dalla sordità dei colleghi (anche “progressisti”): là relazione non fu quindi approvata e non ce ne davamo pace; ma la sua compostezza e determinazione restarono immutate.
La verità è che con Vladimiro se ne è andata la luce più splendente di quella Magistratura che ha creduto di poter partecipare ad uno straordinario processo di cambiamento della società in nome ed attuazione dei principi e precetti costituzionali oggi ormai tanto negletti e sostanzialmente detestati. Chi dovrà lottare domani per riaffermarne l’irrinunciabile valore farà bene a ricordarsi dell’opera e del Pensiero di Vladimiro Zagrebelsky.
Nino Condorelli





Venezia, 23 aprile - ore 17.30







