Giustizia e futuro

La vita va così

Regia Riccardo Milani
La vita va così

Efisio Mulas è un pastore sardo, vive a due passi da una delle più belle spiagge del sud della Sardegna, nel suo casale dove prima di lui avevano abitato «mio padre, il padre di mio padre, il padre del padre del padre del padre...».

Vi alleva le sue vacche che porta a pascolare sulla spiaggia attraversando un meraviglioso bosco di macchia mediterranea, con l’unica compagnia di un cagnolino di razza meticcia.

Una vita semplice, poche ed essenziali cose ma fondata su un principio granitico, irremovibile “questa è la mia casa, da qui non mi muoverò mai!”.

Un principio che si scontra con le ambizioni di un potente gruppo immobiliare milanese che ha già acquistato tutti i terreni intorno al casolare di Efisio, sfruttando la povertà della gente e la loro fame di lavoro.

Il gruppo immobiliare, con a capo Giacomo, interpretato da un ottimo Diego Abbatantuono, ricorre a tutte le opzioni, sia quella dell’offerta milionaria sia quella di scatenare contro il recalcitrante pastore tutti i suoi compaesani, terrorizzati dall’idea di poter perdere una simile occasione.

Ma Efisio, sostenuto solo dalla figlia Francesca, una meravigliosa Virginia Raffaele, rimane pervicacemente abbarbicato alla sua terra, ribadendo il suo NO a tutti gli abitanti che sfilano davanti a lui per convincerlo a vendere.

E allora l’impresa, su suggerimento del capo cantiere Mariano, un siciliano inviato per dirimere i casi difficili, un Aldo Baglio del tutto a suo agio nel ruolo, comincerà a costruire tutto intorno al casolare, impedendo ad Efisio e alle sue vacche il suo vecchio accesso al mare, costringendo l’anziano pastore e la figlia a ricorrere alla giustizia che, impersonata dalla giudice Giovanna, una assai credibile Geppi Cucciari, gli darà ragione.

Moltissimi i temi affrontati nel film con serietà e anche il giusto livello di leggerezza ed ironia: il mai risolto rapporto tra Nord e Sud, tra ricerca del benessere e tutela del territorio, tra tradizione e modernità, tra lavoro e cultura, con accenni anche ai conflitti generazionali.

Quello che colpisce maggiormente in questa storia, tratta dalla vicenda vera del pastore Ovidio Marras (nel film interpretato splendidamente dal pastore sardo Giovanni Ignazio Loi), è la dignità di un uomo.

È un uomo semplice che non si abbarbica al suo territorio, alla sua casa solo per pigrizia, o per tradizione o per mancanza di cultura.

È un NO frutto dell’esperienza secolare di chi sa bene che le riforme, imposte a botte di milioni o di maggioranze, comportano solo lo stravolgimento di un territorio, di valori che vanno a beneficio solo di chi ti vuole costringere a subirle.

È un NO carico di dignità, di amore per la propria terra, per la propria cultura, per i propri valori, un NO che comporta enormi sacrifici, rotture di rapporti personali e familiari, ma che viene ricompensato dalla salvaguardia di un incantevole territorio che “è di tutti”, come la nostra meravigliosa Costituzione.

Marco Guida

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